MI CHIEDE L’AFFITTO PER LA CASA COMUNE
Ho perso mio padre, ottantenne e invalido. Per 15 anni l’ho accudito e curato, sacrificando la mia vita per lui senza lasciarlo un attimo. Ho un fratello che 30 anni fa è andato a vivere in un’altra città, lasciando a me la cura di entrambi i genitori anziani. 15 anni fa mia madre è deceduta e sono rimasta sola con mio padre, che percepiva una pensione di accompagnamento, di cui io non ho mai usufruito. Ora che è morto, ho ereditato la sua casa al 50% con mio fratello. A lui non è mai interessata e vorrebbe vendermi la sua parte, ma al momento non posso acquistarla; allora mi ha chiesto 500 € a titolo di affitto. A questo punto potrei solo venderla, ma mio padre in punto di morte mi ha fatto giurare di non farlo. Mio fratello mi chiama tutti i giorni minacciando di recarsi da un giudice e di far mettere la casa all’asta, se non gli pago subito l’affitto. Purtroppo, non sono in condizioni economiche di pagare la cifra. Piango spesso, sono sempre di malumore, quando mio fratello mi chiama tremo, ho paura di tutto. Posso essere tutelata? Giovanna 🙂
Risponde l’avvocato Silvia Bardesono
Gentilissima Signora Giovanna,
a seguito di un’attenta analisi della Sua lettera, vorrei precisare e spiegare meglio alcune affermazioni di Suo fratello nonché le conseguenti pretese economiche, e non solo economiche, da lui avanzate. Da ciò che leggo, sembra che Suo fratello intenda rivendicare la corresponsione di un affitto per l’utilizzo dell’immobile.
Mi preme rassicurarLa che, allo stato attuale, nessun affitto gli è dovuto. Non vi è infatti alcun contratto di locazione sottoscritto da Lei e da Suo fratello in merito all’immobile ereditato. Pertanto, non è dato capire con quale titolo possa rivendicare un canone e, soprattutto, con quale criterio il supposto canone sia stato determinato, in modo del tutto arbitrario, in 500,00 euro mensili. Si ricordi, infatti, che l’immobile in questione è di proprietà di entrambi. Al più, Suo fratello potrebbe pretendere una indennità di occupazione per l’utilizzo che Lei fa della casa dal momento in cui siete diventati entrambi comproprietari.
Per ciò che concerne, invece, il discorso relativo alla vendita all’asta della casa, debbo dire che purtroppo si potrebbe arrivare a tale infausto esito. Non si tratterebbe, però, di una soluzione immediata, così come viene paventata da Suo fratello ma dell’ultimo passaggio di un eventuale giudizio di divisione dell’immobile avanzato dinnanzi al Tribunale. Ovviamente, il ricavato della vendita verrà suddiviso in parti uguali tra lei e Suo fratello.
Le consiglierei, Signora Giovanna, al fine di scongiurare l’incardinarsi di una causa che si sa essere lunga e onerosa, oltre che con un esito come detto poco felice, di tentare una soluzione conciliativa della problematica. Potrebbe avanzare una controproposta economica a Suo fratello, magari avvallandosi di un buon legale, prospettandogli ogni possibile futuro scenario e anche, eventualmente, della possibilità per Suo fratello di godere dell’immobile, magari in determinati periodi dell’anno. Insomma, credo possano esserci alcuni margini di discussione, da vagliare e analizzare con attenzione e sensibilità, tenendo conto del tipo di immobile, della sua posizione, e del vantaggio che comunque ne trarreste entrambi.
Questa mia risposta vuol essere di chiarimento e semplificazione a una situazione complicata e dolorosa ma qualora intendesse fornirmi maggiori dettagli della vicenda, sarò ben lieta di offrirLe ancora il mio supporto.
Avv. Silvia Bardesono, Torino