Menu Chiudi

Psicologia | I “multipotenziali” pt. 1

PASSI DA UN INTERESSE ALL’ALTRO? SEI UN MULTIPOTENZIALE!

Multipotenziali

Hai cento, mille, no, un milione di interessi, e spesso ti piace coltivarli tutti insieme. Sei indecisa/o su cosa vorresti fare “da grande”, semplicemente perché ti attirano troppe cose per poterne scartare anche solo una. Passi con disinvoltura dalla musica alla letteratura, dall’informatica alle lingue, e ogni novità ti sembra essere lo spunto per una nuova, interessante, attività. Sei una persona inconcludente e dispersiva? No: sei un multipotenziale. In pratica, hai il mondo nelle mani. Devi solo imparare a comprendere meglio le tue risorse.

Ad aiutarti, ci pensa Emilie Wapnick: autrice del libro Diventa chi sei: Una pratica guida per persone creative che hanno molteplici passioni ed interessi, Emilie ha persino creato un universo digitale parallelo, The Puttyverse, dove ammette periodicamente un ristretto numero di multipotenziali che si sostengono a vicenda nella realizzazione dei propri progetti. Il suo libro è una pratica guida per capire davvero chi sei, e dare addio finalmente ai sensi di colpa per non aver scelto una sola strada.

“Cosa vuoi fare da grande?” “Tutto!”

Nessun bambino sa, veramente, chi vorrà diventare “da grande”; alla fatidica domanda, però, ha sempre una risposta pronta, che in genere soddisfa le aspettative degli adulti. Crescendo, quella domanda continua a essere (im)posta dalla società, ma rispondere non è più così facile: per decidere cosa vorremmo fare nella vita, dovremmo prima scoprire chi siamo davvero. Non sempre una sola cosa: ci piace agire in diversi campi, interessarci a tutto, sperimentare. E allora, come cavarsela in un mondo in cui il mito dell’Unica Vera Vocazione, di una ben definita identità lavorativa, della specializzazione, continua a prevalere?

Multipotenziale = chi ha più interessi e capacità creative

Il multipotenziale è innanzitutto un creativo; ha interessi molteplici e vorrebbe seguirli tutti. Per questo, ci spiega Wapnick, potremmo definire multipotenziali anche gli eruditi, dalla cultura enciclopedica; i rinascimentali, che uniscono ai mille interessi la conoscenza di argomenti diversi; i tuttofare, abili in più campi; ma anche i generici, che non si legano a un solo settore, potendo in teoria percorrerli tutti; o gli esploratori, attratti da discipline non collegate tra loro; infine i malleabili, disponibili per natura a cimentarsi in più campi. E noi, che tipo di multipotenziale siamo?

Che tipo di multipotenziale sei?

Così come si indirizza verso campi diversi, ogni multipotenziale è diverso dagli altri: c’è chi si dedica a molti progetti in contemporanea (i simultanei) e chi passa dall’uno all’altro solo dopo anni (i sequenziali). Ma ci sono anche vie di mezzo. In ogni caso, un multipotenziale non sarà mai in grado di seguire un percorso rettilineo verso una carriera: non perché non ne sarebbe capace (in fondo sa fare tutto), ma perché per lei o per lui non sarà mai abbastanza. Nel corso della vita ha sviluppato molte competenze, e nel lavoro – o meglio nei lavori – desidera applicarle. “Quasi tutte le mie ‘vite’ passate sono state, nei fatti, utilissime”, incoraggia Wapnick, che è passata con disinvoltura dalla creatività di musica, arte, cinema, al rigore della giurisprudenza, diventando poi scrittrice e blogger. Tutto ciò che impariamo diventa risorsa preziosa da applicare nei campi in cui prima o poi opereremo.

I problemi dei multipotenziali

Essere multipotenziale è senz’altro meraviglioso, ma come adattarsi a una società fatta di percorsi ‘verticali’, quando si esce continuamente dai binari? Una delle sfide maggiori è trovare un lavoro adatto a una mente poliedrica e irrequieta, così come riuscire a essere produttivi: perché si vorrebbero perseguire mille progetti insieme, e non sempre si riesce a portarli a termine, con qualche problema per l’autostima. Qualcuno, prima di scoprire la sua multipotenzialità, potrebbe attraversare una fase di insicurezza, per via dei sensi di colpa per i troppi cambiamenti, il disagio di ricominciare sempre da capo, la paura di non star facendo del proprio meglio o addirittura di non valere abbastanza, le critiche o le domande indiscrete… La soluzione? Imparare a usare il proprio dono della multipotenzialità.

Il multipotenziale sa fare più cose, e può farle bene

L’accusa più comune verso i multipotenziali è che non siano davvero esperti in nulla. Come rispondere? Dimostrando che creatività, ingegnosità e passione sono altrettanto utili di anni di esperienza in un solo campo. In alcuni casi ci affideremmo senz’altro a uno specialista, ad esempio per un’operazione al cuore; in altri potremmo preferire una persona con più competenze, che valuti il nostro problema a 360°. “Gli specialisti e i generici sono preziosi e necessari entrambi; dipende tutto dal contesto”. Un multipotenziale “sa fare tutto, ma alcune cose meglio“.

I 5 superpoteri del multipotenziale

Ci sono cinque cose che un multipotenziale fa meglio degli altri. #1: ha un’eccellente capacità di sintesi e può unire più concetti, dando vita a qualcosa di nuovo: magari un business innovativo o una soluzione per aiutare la società. #2: apprende velocemente, perché ha superato più volte lo stadio del principiante, in ciò che fa mette passione (a volte ossessione :-)) e può contare su una base di conoscenze più variegata. Ogni multipotenziale ha una vivace curiosità intellettuale, dunque desidera imparare; in più, il suo cervello è già allenato a conservare le abilità apprese. #3: è adattabile. Grazie alle sue competenze, può passare facilmente da un ruolo all’altro, il che lo rende prezioso in molti contesti lavorativi e capace di adattarsi velocemente ai cambiamenti della new economy. #4: ha una visione d’insieme. Pensa in grande, cattura le idee dai brainstorming e le traduce in soluzioni per migliorare il mondo. La scuola ideale del multipotenziale? La Portland Underground Graduate School, dove può imparare davvero di tutto. #5 sa collegare sia le idee che le persone, creando connessioni proficue per ognuno.

I multipotenziali cambiano il mondo

Aristotele, Benjamin Franklin, Leonardo da Vinci erano dei multipotenziali: è facile che proprio chi è più creativo ed eccelle in più campi possa portare il suo contributo all’umanità. Le capacità creative, abbinate all’ampiezza degli interessi, sono infatti la giusta premessa per trovare soluzioni innovative, grazie alla capacità di superare gli schemi, imparare presto e adattarsi ai tempi e alle circostanze. Se c’è un limite a queste potenzialità è solo la difficoltà di reperire risorse didattiche, abbondanti invece per chi si voglia indirizzare alle carriere professionali monotematiche.

Come essere un multipotenziale felice

Denaro…

Per essere felice, un multipotenziale deve realizzare le carriere dei suoi sogni, secondo i propri interessi, valori, priorità. Può darsi che un multipotenziale si ‘nasconda’ dietro un lavoro specialistico, ma svolga nel tempo libero altre attività, o abbia intrapreso una professione dopo una carriera completamente diversa. Per quanto le scelte lavorative di ogni multipotenziale siano, per la loro stessa natura, diverse, vi sono sempre tre elementi comuni: il denaro, il senso e la varietà. Per il multipotenziale, il denaro è uno strumento che permette di raggiungere i propri obiettivi: condurre una vita comoda, coltivare le proprie passioni, iscriversi a un corso… Importante, per questo, stabilire in anticipo quale quantità di denaro sia necessaria per soddisfare i bisogni primari, e successivamente per raggiungere i propri obiettivi, in modo da poter mirare a ottenere la cifra che occorre.

Senso…

Ma i soldi da soli non bastano: il multipotenziale ha bisogno di trovare un senso in ciò che fa. Da un’attività significativa per la sua vita ricaverà entusiasmo ed energia e sarà motivata/o a superare gli ostacoli. Per capire se sta facendo la cosa giusta, si chiederà perché si sente realizzata/o in quel modo, così da individuare altre attività che la/lo facciano star bene. Può capitare che una buona parte dei progetti di un multipotenziale non sia redditizia. Non è un problema, se almeno un’attività fornisce mezzi sufficienti per poter dedicarsi alle cose che danno un senso alla sua vita.

Varietà

L’aspetto forse più importante di tutti è però la varietà, che per il multipotenziale è quasi un bisogno primario. Anche in questo caso, ciascuno troverà da sé la dose di varietà che gli occorre: troppo poca annoierebbe, troppa potrebbe soffocare di impegni. La varietà si trova anche in un lavoro unico, che però contenga in sé molte attività creative; o in un settore di studi interdisciplinare. A questo punto, Emilie Wapnick suggerisce di riflettere su quale sarebbe la propria “Giornata perfetta”: una volta individuati i principi chiave che la contraddistinguono, si potrà cercare di raggiungerla.