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Psicologia | I “multipotenziali” pt. 2

I 4 MODELLI DI LAVORO DEL MULTIPOTENZIALE

Il lavoro per i multipotenziale

Nella prima parte di questo articolo, hai imparato a conoscere una categoria di persone molto speciale (alla quale forse, se stai leggendo, appartieni anche tu): i multipotenziali. Creativi, innovatori, sempre alla ricerca di nuovi stimoli, i multipotenziali non riescono a resistere alla tentazione di provare, nella vita, quasi di tutto e passano con disinvoltura da un’attività all’altra, per quanto diverse le esperienze possano essere. Ma, quando si tratta di trovare lavoro, come si regola un multipotenziale, considerato che ciò che ama oggi potrebbe essere sostituito domani da un nuovo interesse?

Emilie Wapnick, l’autrice di Diventa chi sei: Una pratica guida per persone creative che hanno molteplici passioni ed interessi – e dello spazio digitale parallelo dove i multipotenziali si incontrano e si sostengono, la community The Puttyverse – nel suo libro teorizza 4 modelli di lavoro che possono adattarsi a ogni tipo di persona multipotenziale. E possono anche essere mescolati: “Sii ibrido”, suggerisce Emilie.

L’Abbraccio di gruppo

“L’Abbraccio di gruppo descrive una sola poliedrica carriera, un solo multiforme business, che ti permette di incrociare più interessi e attività allo stesso tempo”. Si tratta in pratica di un unico lavoro creativo, che in un solo ambito professionale contenga più aspetti, in modo da rispettare le esigenze del multipotenziale e permettergli di trovare in un sol colpo denaro, senso, varietà (cfr. la parte 1 dell’articolo). È il modello adatto a chi ama lavorare per progetti, unendo competenze diverse, e vuole esprimere tutta la propria versatilità nel lavoro. L’Abbraccio di gruppo può essere un lavoro interdisciplinare già esistente, o uno creato ex novo. Come sceglierlo?

  • Strategia #1: Lavorare in un settore per sua natura interdisciplinare, che includa al suo interno una quantità di ambiti diversi: ad esempio l’urbanistica, la robotica, l’arte-terapia, la bioetica…
  • Strategia #2: Scoprire gli aspetti multidisciplinari di un settore apparentemente specialistico: non è un caso se lì sarà facile incontrare altri multipotenziali. Qualche esempio? Il divulgatore scientifico, l’insegnante…
  • Strategia #3: Proporsi a organizzazioni capaci di comprendere le multipotenzialità dei loro membri e magari anche di ricercarle espressamente negli annunci di lavoro.
  • Strategia #4: Migliorare il proprio lavoro, ottenendo compiti diversi e nuovi, ricoprendo più ruoli, creando progetti innovativi.
  • Strategia #5: Avviare una propria attività imprenditoriale. Meglio se del tipo che Wapnick chiama “Rinascimentale”: in grado di fondere insieme, cioè, numerose discipline e passioni.

Per programmare di lavorare secondo l’Abbraccio di gruppo, Emilie suggerisce di scrivere una lista dei propri interessi del momento e di riunirli poi in sottogruppi, provando a collegarli in vari modi per stimolare idee lavorative ‘alternative’, che mettano insieme più discipline e settori. Si può anche provare a collegare un tipo di interesse a un pubblico già esistente, legato a un’altra tematica: gli accoppiamenti nati possono essere molto creativi!

L’Alternanza

L’Alternanza è un modello che alterna volontariamente due o più lavori (dipendenti o in proprio), ciascuno part time, a intervalli regolari. Ogni lavoro consente di guadagnare, e nello stesso tempo la rotazione assicura la desiderata varietà. Altri vantaggi? Si riduce lo stress, ci si diverte di più e aumenta il senso di libertà; ogni lavoro può inoltre rispecchiare un lato del multipotenziale. Le motivazioni per scegliere il modello Alternanza? La prima è essere diventati insofferenti al proprio lavoro full time, ma può anche capitare che ci venga offerto un altro impiego a cui non vogliamo rinunciare, o un’occasione per convertire il nostro lavoro a tempo pieno in part-time.

Per immaginare come sarebbe portare avanti più passioni allo stesso tempo, Wapnick suggerisce di preparare una lista degli interessi più vivi e di sottolineare quelli che potrebbero rivelarsi più redditizi, o in cui si hanno più competenze. Sotto ciascuno di questi interessi prevalenti, si possono poi scrivere le attività e i progetti collegati, quindi provare a unirli in modi nuovi, fino a trovare una combinazione che presumibilmente fornirà denaro, senso e varietà.

L’Approccio Einstein

Il modello basato sulla vita di Einstein (che per 10 anni lavorò all’ufficio brevetti svizzero, mentre concepiva le sue teorie) consiste in un solo lavoro a tempo pieno, che lascia sufficiente tempo ed energie per dedicarsi alle proprie passioni. Può essere conveniente per chi ha bisogno di sicurezze, in particolare il contare su uno stipendio fisso; e inadatto a chi si sente limitato dagli orari di ufficio. Un lavoro “buono quanto basta” dev’essere interessante, garantire guadagni sufficienti per i propri scopi e lasciare abbastanza tempo per poter coltivare i propri interessi. Può essere dipendente o autonomo (più facile da trovare se si posseggono conoscenze specialistiche) ed è molto adatto a chi, nel tempo libero, vuole esprimersi in un settore artistico o creativo, che difficilmente gli garantirebbe guadagni regolari.

Anche in questo caso, per capire quale sarà il nostro lavoro “buono quanto basta”, stiliamo una lista aggiornata dei nostri interessi e poi chiediamoci – o chiediamo a un consulente – quali potrebbero essere le attività più adatte a noi: quelle che forniscono abbastanza denaro, lasciano un bel po’di tempo libero e inoltre sono stimolanti, consentendoci di imparare nuove cose; in più, sono richieste dal mercato.

Hai sempre pensato che il tuo lavoro fisso sia un ostacolo alla tua carriera creativa? Come sottolinea Eve Arnold nel suo articolo Your 9–5 Is Your Biggest Competitive Advantage. Never Give It Up, il lavoro di ufficio ha i suoi vantaggi anche quando intendi seguire la tua multipotenzialità. Non devi dipendere dalle alterne vicende di una carriera indipendente, il tempo ridotto a disposizione ti spinge a una maggiore produttività, vivi esperienze diverse che si supportano a vicenda e garantiscono varietà. E, se per un po’ non ti va di creare, hai sempre il tuo 9-5 a darti sicurezza (e disciplina).

La Fenice

“La Fenice sintetizza la scelta di chi lavora in un solo settore per più mesi o anni, per poi cambiare, dando inizio a un nuovo percorso in un campo diverso”: è l’approccio adatto a chi non necessità di continua varietà e desidera andare sempre in fondo alle cose. È possibile che si scelga questo modello perché annoiati dal proprio lavoro, o perché si hanno nuovi interessi. Per sapere quand’è il momento di cambiare rotta, Wapnick suggerisce la “scala dell’avversione” di Pamela Slim, una linea graduata da 1 a 10: se ci si sente tra il 5 e l’8, è l’ora di rinascere come la Fenice, per non arrivare al 10, il massimo del disagio. Prima del grande salto, però, è bene preparare il terreno, vagliando la propria rete di contatti (c’è qualcuno che potrebbe inserirci nel lavoro che ci attira?), iniziando a fare volontariato o a lavorare gratis, nel settore e, naturalmente, formandosi e mettendo in risalto le competenze utili al nuovo impiego. Alcuni multipotenziali Fenice sono imprenditori seriali, in grado di fondare un’impresa dopo l’altra.

Per capire se la nostra fenice può spiccare il volo, Emilie consiglia di immaginare di avere dieci vite, in ognuna delle quali siamo qualcuno di diverso; di scegliere quindi dalla lista fino a tre carriere che ci entusiasmano e di valutare, per ognuna, la fattibilità del progetto in termini di conoscenze, lavoro, formazione, secondo i consigli precedenti.

Gli ostacoli dei multipotenziali: come rimuoverli

Proprio perché i multipotenziali sono sempre alla ricerca di nuovi stimoli e seguono varie passioni insieme, per loro può essere difficile concentrarsi sui progetti che intendono realizzare, decidere quali sono i più importanti (tutti!) e arrivare a concluderli. Emilie Wapnick suggerisce di ‘fare un casting’ ai progetti, elencando su un foglio i “prioritari” e quelli “dietro le quinte”, per poi scegliere tra i prioritari un massimo di 5 progetti, e selezionarli ulteriormente in base all’effettivo miglioramento che possono apportare nella nostra vita; le altre idee possono essere ripescate con calma.

Un altro problema da risolvere può essere trovare il momento più adatto per lavorare, quello in cui si ha il maggiore rendimento: per alcuni magari è all’alba, per altri a tarda sera o nel primo pomeriggio; in ogni caso, una volta individuato l’orario migliore, andrebbe rispettato, per abituarsi a lavorare in modo sistematico. Come fare se il tempo è davvero poco? Sfruttandolo a pieno, anche la mattina presto o nei festivi. Durante il lavoro, quando il multipotenziale è stanco, gli può essere utile fare una ‘pausa’ dedicandosi a un altro progetto importante. Importante anche crearsi un’agenda, giornaliera o settimanale, degli impegni che si vogliono portare a termine (a meno di non essere un multipotenziale ‘sequenziale’, che preferisce immergersi in un solo progetto alla volta).