IL VIAGGIO IN IRLANDA DI CHIARA 🙂
Come arrivare
Voli diretti per Dublino da Milano e Roma, con Alitalia (tel. 8488-65641, www.alitalia.it ) o Aer Lingus (tel. 02-76000080, www.flyaerlingus.com/).
Come muoversi
La rete ferroviaria della Irish Rail permette di viaggiare senza problemi in quasi tutto il Paese. Per visitare, però, le località più ‘selvagge’ e più suggestive può convenire affittare un’automobile (attenzione: In Irlanda, come in Gran Bretagna, durante la guida si tiene la sinistra e non la destra). È sufficiente la patente di guida, allacciarsi le cinture di sicurezza – obbligatorie anche dietro – e si può partire alla scoperta di angoli remoti e paesaggi mozzafiato.
Un’idea può essere abbinare al viaggio anche un tour della Scozia, collegata all’Irlanda del Nord via traghetto in sole 2 ore, o dell’Inghilterra, più lontana: in traghetto, 7-8 ore. In tal caso, puoi aggiornarti in tempo reale sulla viabilità stradale e sul meteo grazie al servizio offerto da Frixo, anche in modalità wireless sul tuo smartphone.
Dove dormire
A Dublino all’Hotel Paramount, centrale e con un buon rapporto qualità prezzo, soprattutto se prenoti via Internet. A Killarney all’Hotel International Best Western, confortevole e ben ubicato. Anche nel più sperduto angolo d’Irlanda si trovano convenienti bed&breakfast delle catene Family Hotels & Guesthouses, Town & County Hotels e Friendly Homes; inoltre, camere economiche, pulite e dotate di ogni confort presso case private.
Informazioni generali
Ente Nazionale per il Turismo Irlandese, via Santa Maria Segreta 6, 20123 Milano, tel. 02-8690541, 02-86464225, fax 02-8690396. Irish Tourist Board, Baggot St. Bridge, Dublin 2, EIRE, tel. 003531/6024000. Dublin’s Tourism Centre, Suffolk Street, Dublin, EIRE, tel. 003531/6057797. Irish Rail: 003531/363333.
Informazioni importanti
Anche l’Irlanda del Nord (detta propriamente “the Six Counties”: l’Ulster comprende solo tre contee dell’EIRE), è incantevole: la Giant’s Causeway ad Antrim è solo una delle tante attrazioni. Il clima politico, però, impone una certa cautela: i turisti sono trattati con riguardo, ma può capitare di essere interrogati dai militari, anche solo per aver scattato una foto o aver lasciato l’auto o la valigia incustodita, in quanto potrebbero ritenerti una sospetta terrorista.
In valigia
In Irlanda il clima è quasi sempre coperto, spesso piovoso: nel tuo bagaglio non può assolutamente mancare un ombrello portatile, una giacca a vento, un cappellino e una felpa, meglio se con cappuccio. Ai piedi, scarpe sportive di tutti i tipi, purché siano resistenti a fango, piogge e… cavalli (sul posto capirai che intendo).
NELLA VERDE, NUVOLOSA IRLANDA
Mentre il mio aereo atterra su Dublino, immergendosi in una fitta coltre di nubi plumbee, mi chiedo se forse non avrei fatto meglio a scegliere, come meta delle mie vacanze, i Tropici. Ma, una volta a terra, il verde che da subito mi circonda, i servizi pubblici impeccabili, la cortesia della gente – qui, chi ti vede per strada alle prese con una mappa si sente subito in dovere di aiutarti – sciolgono le mie riserve. Non c’è dubbio: ho fatto bene a tornare in Irlanda e Dublino è sempre bella; anzi, adesso è diventata una delle capitali più trendy d’Europa.
CONDOM, INTERNET E PROGRESSO
Accanto ai simboli della tradizione, come il Trinity College o Four Courts, oggi sorgono lussuosi shopping center e il quartiere ‘giovane’ di Temple Bar, i negozi espongono abiti supermodaioli e non solo maglioni di Aran e tweed e la densità di Internet point per chilometro quadrato è a dir poco impressionante.
Con il progresso, gli Irlandesi, popolo ‘caldo’ per natura, sono riusciti finalmente a spazzar via il perbenismo di influenza inglese: oggi i condom, un tempo reperibili solo su prescrizione medica, fanno capolino dai distributori automatici e negli alberghi può capitarti di leggere che, se per caso rientri a tarda notte con un ospite imprevisto, non c’è nessun problema: basta che si registri e paghi la sua parte. Se poi si aggiunge ancora qualcuno… Allora devi prendere una stanza in più.
Il clima, purtroppo, rispecchia ancora fedelmente la tradizione: siamo costretti a visitare la città sotto una pioggerellina perenne e fa anche un bel po’ di freddo. Ciò nonostante, conviene andare a piedi: prendere un bus al volo non è più un’impresa proibitiva come in passato, ma il centro è relativamente piccolo e lo si può comodamente percorrere più volte in poche ore. I must di un tour dublinese sono senz’altro il Trinity College e la sua Library, il National Museum con la National Gallery (che espone, tra gli altri, un Picasso e un Caravaggio), il parco St. Stephen’s Green, ma ci lasciamo un po’ di tempo per uno shopping nella pedonale Grafton Street e nelle vie vicine, dove ci sono anche fornitissime librerie (Waterstone’s, Hodges & Figgis, Hanna’s Eason).
CASCATE E PASSEGGIATE
A Dublino il nostro viaggio è soltanto iniziato e dunque lo proseguiamo in treno, scoprendo così due cose: che le ferrovie irlandesi obbligano il malcapitato viaggiatore ad acquistare sempre un biglietto di andata e ritorno (a quanto pare, è la soluzione più economica!) e che il clima è talmente bizzarro che, spostandosi di pochi chilometri, si può passare dalle nubi temporalesche al sole scottante. Raggiungiamo Killarney, importante centro di villeggiatura, ormai purtroppo preso d’assalto dai turisti perché base per gite e passeggiate di ogni tipo. Imperdibile la visita – a piedi, in bicicletta o sulla carrozzella trainata da cavalli – di Muckross House e del National Park, dove si può camminare tra prati sconfinati e sentierini o avventurarsi sino al punto più alto di Torc Waterfall, per dominare il paesaggio. Noi ci lasciamo trasportare e, tra una passeggiata e l’altra, maciniamo una quindicina di chilometri a piedi…
Il nostro progetto è però di girare tutto il Paese e presto siamo di nuovo in marcia, a bordo di un’auto noleggiata: la guida naturalmente è a sinistra ma procediamo speditamente. Tranne, naturalmente, quando un gregge di pecore o una mandria di mucche ci attraversa la strada…
BED & BREAKFAST AL CASTELLO
I paesaggi che ci circondano, mentre costeggiamo il sud-ovest (percorrendo prima il Ring of Beara, poi il più noto Ring of Kerry, infine la Penisola di Dingle), sono bellissimi, almeno per quel che si vede quando non siamo immersi nella fitta nebbia: a tratti, la visibilità è di circa tre metri… Ma la fortuna gira infine dalla nostra parte e un bellissimo sole riscalda il nostro passaggio nel Burren, zona pietrosa, ricca di Dolmen, di castelli e di laghetti.
Approfittiamo del clima caldo per esplorare anche la costa dopo Galway, ma qui la modernizzazione ha compiuto i suoi primi passi falsi e bisogna allontanarsi nell’interno per ritrovare la vera Irlanda, o meglio quel che di essa rimane: nelle contee più turistiche i bed & breakfast si sono commercializzati e mangiare un abbondante pasto tipico a un prezzo accessibile è possibile forse solo a Kenmare, sede dei migliori ristoranti d’Irlanda. Ci sembra dunque un miraggio quando prendiamo alloggio, per poche decine di euro, nella suite di una meravigliosa dimora georgiana arredata con mobili d’epoca, e successivamente in quella che doveva essere la dependance del Markree Castle, con cui tutt’ora condivide un immenso parco privato di 62 acri. Scopriamo che queste sono le friendly homes: case private molto particolari, dove spesso il bed è a baldacchino e il breakfast si serve con le posate d’argento, i cui proprietari accolgono il visitatore in modo straordinariamente amichevole (come unica formalità, ci si scambia solo una stretta di mano e il nome di battesimo).
IL SELVAGGIO NORD
Lasciata la zona del Connemara, immortalata anche nei film (ricordate Un uomo tranquillo? Qui ne hanno fatto un business), ci dirigiamo verso il nord-ovest e finalmente andiamo incontro al bel tempo e alla vera Irlanda: quella selvaggia, rurale e incontaminata, dove il cielo squarciato dal sole è azzurrissimo e il mare è profondo e tempestoso, dove le spiagge sono immense e deserte e i paesi riportati sulla cartina consistono anche solo di due o tre casette… La contea di Donegal è ancora una delle più povere d’Irlanda e per questo è rimasta intatta, anche se il progresso avanza inarrestabile: anche qui – come nel resto del Paese – notiamo cantieri di edifici o complessi abitativi appena sorti e le strade in rifacimento (grazie ai fondi dell’Unione Europea) ci costringono ogni tanto a interminabili soste per lavori in corso. Dopo gli hotel e le dimore storiche, decidiamo di provare l’ospitalità casalinga. Prendiamo alloggio in una family house: in pratica un’abitazione privata, dove la padrona di casa, senza chiederci alcun documento, ci consegna le chiavi della porta e ci lascia con discrezione.
Ci si rivede il giorno successivo, quando ci prepara un vero full Irish Breakfast (uova, pancetta, salsicce, pomodoro, pudding bianco e nero, aranciata, cereali, burro e marmellata; a lungo andare, bisogna ammetterlo, un duro colpo alla linea, al colesterolo e anche al gusto). Siamo ad Ardara, l’antica capitale del Donegal, un’ottimo punto di partenza per visitare questa meravigliosa contea. Scatto una quantità impressionante di foto, ma come si può resistere? Se l’Irlanda è tutta bella, il Nord è stupendo. Percorriamo in automobile il Glenveagh National Park, che non è, come molti credono, un parco chiuso ma un’immensa estensione di montagne (o meglio colline, dato che in Irlanda non esistono cime veramente alte), laghi e laghetti, foreste e tutto ciò che può richiamarci alla mente la Natura prima che l’uomo prendesse il sopravvento.
SITO ARCHEOLOGICO.COM
In famiglia ci siamo trovati bene e scegliamo di pernottare ancora in una casa privata, questa volta una farm house, cioè una fattoria. Non immaginare polli e maialini nell’aia (oltretutto qui gli animali li vediamo dappertutto, in semilibertà), ma una spaziosa casetta di legno su un panorama mozzafiato, separata con una staccionata da mucche, pecore e pony. Il tramonto è indimenticabile e, cosa rara, possiamo anche cenare sul posto, con l’unico pasto salutare di tutto il viaggio. Prima, però, ci dirigiamo al vicino sito archeologico di Carrowkeel. Raggiungerlo non è facile: le indicazioni stradali ci conducono a un viottolo transennato e a un cartello di legno con una scritta dipinta, www.carrowkeel.com, come a dire: il sito (archeologico) visitatelo dal sito (web)! Superato testardamente lo sbarramento (a piedi, perché altri cartelli avvertono che il percorso è sconsigliato alle automobili), un’erta scarpinata tra le pecore ci porta alla meta, ma già il panorama sulla vallata vale da solo lo sforzo. Il giorno successivo alloggiamo a Navan, nei pressi di un altro importante sito preistorico. La visita di Newgrange si svolge in maniera ben diversa: acquistiamo il biglietto la mattina al Visitor Centre per poter essere ammessi, il pomeriggio, a un affollato tour che, dopo un tragitto in bus e dettagliate spiegazioni della guida, conduce pochi eletti alla volta, chini, dentro un cunicolo per ammirare i graffiti dei nostri antenati (assolutamente sconsigliato se soffri di claustrofobia).
ARRIVEDERCI, IRLANDA
Il viaggio volge al termine e anche il paesaggio ci prepara a separarci dall’incanto della natura: sulla via del ritorno verso Dublino non attraversiamo più luoghi dalla bellezza sconvolgente, ma solo tranquilli paesaggi con qualche ruminante. Meglio così, perché lasciare l’Irlanda per tornare ‘alla civiltà’ è davvero dura, anche se tutto, purtroppo, si appresta a cambiare anche qui.
Chiara