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Svezia

Svezia, Stocccolma

IL VIAGGIO IN SVEZIA DI LARA 🙂

Come arrivare

In aereo con la compagnia SAS (arrivo all’aeroporto di Arlanda, Stoccolma) o Rayanair (arrivo all’aeroporto di Skavsta Airport, a 100 km da Stoccolma). È possibile arrivare anche in auto utilizzando il servizio traghetto dalla Germania o dalla Danimarca oppure percorrendo il ponte che collega Copenaghen a Malmö.

Informazioni generali

Visit Sweden

Documenti

Carta d’identità valida per l’espatrio.

Lingua

La lingua ufficiale è lo svedese, ma praticamente tutti conoscono l’inglese.

In valigia

Anche se viaggiate in estate, non dimenticate a casa una giacca con cappuccio impermeabile e una maglia più pesante.

Curiosità

La maggior parte dei negozi è aperta dalle ore 10.00 alle ore 18.00 nei giorni feriali (con eccezione di alcuni supermercati e centri commerciali). Nel fine settimana i negozi generalmente rimangono aperti fino alle 14:00 o le 16:00. Se volete comprare vino, birra e superalcolici dovete andare nei negozi statali “Systembolaget” perché sono gli unici autorizzati a venderli. Nei negozi di alimentari, invece, si trova solo birra leggera.

NELLA TERRA DEI VICHINGHI

L’atmosfera svedese si inizia a respirare al check-in in aeroporto: quasi tutti i viaggiatori sono alti, biondi (alcuni biondissimi!) e dai tipici caratteri nordici. O così almeno pensiamo io e le mie amiche guardandoci l’un l’altra e scuotendo la testa: non avremo alcuna possibilità di passare inosservate in mezzo a questo nugolo di vichinghi.
Volo SAS con scalo a Copenaghen: un’ora per sgranchirsi le gambe e mangiare qualcosa prima di ripartire. Lo stomaco inizia a brontolare, ma per quanto affamate i nostri portafogli si rifiutano categoricamente di essere svaligiati: i prezzi dell’aeroporto sono improponibili e presto decidiamo che sarà il menu dell’aereo a sfamarci (per quanto a sua volta caro, rimane pur sempre meno caro).

Saliamo sull’aereo, sempre volo SAS, e raggiungiamo i nostri posti perplesse: dove sono finiti i vichinghi biondi e altissimi? Intorno a noi giapponesi, francesi, italiani (ma quanti italiani vanno in Svezia?!) e forse qualche svedese sotto copertura. Scopriamo così che i nostri mitici vichinghi erano perlopiù danesi. Ci sediamo un po’ deluse, ma subito ritroviamo il buon umore gustando un muffin al cioccolato e una tazza di fumante caffè svedese.

NUVOLE DIPINTE

Arriviamo all’aeroporto Arlanda nel primo pomeriggio, le dita incrociate davanti al nastro portabagagli: ci fidiamo della leggendaria professionalità svedese, ma le vecchie abitudini italiane sono dure a morire. Ritiriamo le nostre valigie in meno di mezz’ora (davanti a noi uno schermo indicava non solo il nostro volo ma anche l’ora in cui sarebbero stati consegnati i bagagli) e all’uscita ci accoglie la signora che ci ospiterà. Per questo nostro primo viaggio in Svezia siamo state fortunate: gli amici di famiglia di una delle mie amiche ci hanno gentilmente offerto ospitalità. Non potevamo chiedere di meglio per respirare la vera “vita svedese”.

È una giornata nuvolosa, tinta di grigio e azzurro ghiaccio. Lasciamo Stoccolma in direzione di Uppsala, ancora mezz’oretta di viaggio e arriviamo a destinazione. Niente montagne nel paesaggio che scorre al di là del finestrino, solo nuvoloni bianco-grigi che sembrano essere stati dipinti da un Van Gogh divino. E foreste, chilometri (o miglia svedesi come dicono qui) di alberi e verde incontaminato. Qua e là fattorie in legno rosso o case, sempre in legno, giallo o rosso. In passato il legno veniva ricoperto di una vernice rossa ferrosa che lo proteggeva dalla neve e dalla pioggia e oggi se n’è conservata la tradizione decorativa. Lungo la strada, fermate dell’autobus a forma di casetta collegano i diversi paesi alla città di Uppsala e i caratteristici cartelli stradali raffiguranti un alce ci ricordano che qui forse non incontreremo molti pedoni, ma gli alci sono di casa.

NEL REGNO DI UPPSALA

Il giorno seguente visitiamo Uppsala, una tra le più famose città universitarie della Svezia. Lasciamo l’auto in un parcheggio all’imbocco della città, ma qualche giorno dopo scopriremo che il parcheggio accanto alla stazione è leggermente più economico. In Svezia i parchimetri accettano solo monete e carte di credito e molti distributori di benzina funzionano solo con carta di credito, quindi tenetela sempre a portata di mano! In alcuni casi vi chiederanno anche il codice, pratica totalmente sconosciuta in Italia. Se ne avete l’opportunità noleggiate un’auto perché oltre a visitare le principali città come Uppsala e Stoccolma (per le quali si possono usare comodamente i mezzi pubblici) potrete godervi la guida nelle poco trafficate strade svedesi, costeggiate da una verdeggiante foresta, e curiosare tra gli affascinati paesini rurali sparsi sul territorio.

Ad Uppsala visitiamo il centro storico e i giardini del castello di Uppsala, situato su un’altura dove ancora oggi si possono vedere i cannoni puntati verso il Duomo: un monito che la monarchia svedese aveva lanciato ai vescovi colpevoli di intromettersi negli affari di Stato.
Una breve visita all’antica università, all’immancabile giardino di Linneo e un giretto tra vie e negozi dove ammiriamo le molteplici piste ciclabili (corredate da semafori appositi) e l’usanza, per nulla italiana, degli automobilisti di fermarsi sempre di fronte a un pedone sulle strisce: qui nessuno finge di non averti visto anche in mancanza di un semaforo che lo obblighi a fermarsi!

ITINERARIO STORICO

Le nostre tappe successive sono Gamla Uppsala e Sigtuna. La prima è la parte più antica di Uppsala, da cui si è sviluppata la città: è possibile ammirare le colline tombali degli antichi re Vichinghi e il museo che racconta la storia della città e i famosi miti nordici. Sigtuna, invece, è il più antico insediamento svedese e seppur piccola consente un interessante itinerario tra le rovine di antichissime chiese e le rune recuperate nel corso del tempo. In particolare è possibile ammirare quest’ultime sia nel cortile di alcune chiese sia sul ciglio di una strada senza alcuna apparente protezione.

IN TRENO PER STOCCOLMA

Da Uppsala raggiungiamo in treno Stoccolma, dove passiamo tre giornate tra visite e shopping. Troppi sono i musei e i luoghi da vedere, così siamo costrette a scegliere un itinerario limitato: a zonzo per il centro storico, un giro in battello, visita al castello di Drottingholm e al parco di Skansen, un museo all’aria aperta con tanto di zoo dove è possibile ammirare gli antichi costumi svedesi e la vita quotidiana nel passato. Peccato per il tempo perché per tre giorni consecutivi siamo accompagnate da una pioggerellina incostante che a tratti lascia spazio ai raggi del sole. Si passa così dal freddo autunno svedese agli ultimi rimasugli estivi: per fortuna siamo equipaggiate con t-shirt, maglia e giacca con cappuccio.
A metà agosto in Svezia entra in vigore l’orario invernale dei mezzi pubblici e le scuole ricominciano.

SUL MAR BALTICO

Impedibile una visita a una cittadina affacciata sul Mar Baltico, noi scegliamo Öregrund. Purtroppo ci manca il coraggio per un bagno in mare, ma l’acqua pulita per quanto fredda è davvero un invito che rifiutiamo a malincuore.
Di fronte all’entrata di una chiesa si trova uno dei tipici locali svedesi (per lo più strutturati a mo’ di self-service) in cui è possibile pranzare o gustarsi una fetta di torta con caffé svedese o tè. Io scelgo un’invitante torta di carote con glassa.
Tra i dolci tipici svedesi ho apprezzato la torta al daim, le Punsch Rulle (Dammsugare), cioccolato racchiuso in uno strato di marzapane di lime verde, e la tradizionale Kanelbullar, una sorta di brioche alla cannella.

A parte il tempo non sempre favorevole e le temperature autunnali, la Svezia mi ha regalato un viaggio che non ha deluso le aspettative per gli ampi spazi, l’organizzazione e la cura sia nei confronti della natura che delle persone. Naturalmente, ci sono anche aspetti meno positivi, come la non sempre accurata pulizia nelle città (in compenso, i bagni sui treni erano per noi italiani, abituati a quelli di Trenitalia, delle vere regge) e l’assenza di un aitante svedese che mi proponesse una fuga d’amore!

Una tradizione svedese che vorrei esportare: le finestre che si aprono verso l’esterno e consentono di abbellire il davanzale interno con fiori e altri oggetti tipici del design svedese.

Un consiglio per il turista: per acquistare souvenir privilegiate i negozietti che affollano le vie di Stoccolma ai negozi ufficiali del turismo: spesso vi troverete gli stessi oggetti a un prezzo inferiore.

Lara