PAOLA 🙂 , 13 ANNI, SPIEGA COME CAPIRE GLI ADOLESCENTI
Il rapporto tra genitori e figli: un problema
Carissimi genitori, in questo articolo voglio parlare dei problemi che frequentemente si possono creare in famiglia, in particolar modo tra madre e figlia. I ragazzi spesso hanno un carattere mutevole, non semplice da prendere, per questo cercherò di darvi alcuni suggerimenti per non creare equivoci inutili in famiglia. Citerò alcuni esempi in cui potrebbero venirsi a creare questi problemi.
L’affetto e i rimproveri: due cosa diverse
Spesso in famiglia ci sono più figli, che ogni tanto litigano fra loro e vanno dai genitori per un sostegno. In questo caso molti genitori potrebbero pensare che il figlio più grande, o quello che solitamente è meno tranquillo, sia in qualche modo quello che dev’essere punito. Questo influisce moltissimo sul bambino, perché si vede sempre punito o sgridato di più rispetto al fratello, portandolo in seguito a pensare di essere meno amato dal genitore, che invece crede di fargli crescere il suo senso della responsabilità . Un genitore, invece, deve aiutare i figli a capire che il loro bene non dipende da quanto possono essere rimproverati, ma da altri valori del bambino, però a sua volta il bambino deve cercare di non infastidire il fratello ma offrirgli il bene che la famiglia gli vuole.
Quando litighiamo, non cercate il colpevole!
Allo stesso rimedio si può ricorrere quando i genitori si accorgono che uno dei figli ha fatto qualcosa che non si dovrebbe fare. Di solito i genitori chiedono ai figli: “chi è stato?“; loro per tutta risposta si accusano a vicenda, sapendo chi è il colpevole ma non ammettendolo. I genitori a questo punto dovrebbero lasciare stare, non accusarne uno solo, perché magari se non è stato lui potrebbe sentirsi umiliato. La cosa giusta sarebbe fare capire che non fa niente se hanno combinato qualche guaio, ma è più importante dire sempre la verità .
Le quattro frasi da evitare
I bambini sono molto sensibili alle frasi con le quali i genitori li sgridano, quindi vi elencherò quelle che bisognerebbe evitare: “Sei un disastro!” “Prendi esempio da tuo fratello!” “Perché non riesci a imparare?!” “Se ti sgrido è perché ti voglio bene…” Tutte queste frasi sono accomunate dal fatto che creano ansia in ogni soggetto, ognuna per un motivo diverso.
La prima frase (“Sei un disastro!”) è strettamente collegata alla terza (“Perché non riesci a imparare!”) perché è troppo punitiva nei confronti del bambino e potrebbe avere degli effetti sbagliati, ad esempio il bambino potrebbe scoraggiarsi e credere di non riuscire a ottenere dei risultati e questo potrebbe portarselo dietro per molto tempo della sua vita. La seconda frase (“Prendi esempio da tuo fratello!”), invece, potrebbe indurlo ad avere atteggiamenti di gelosia sbagliati e inutili nei confronti del fratello.
La quarta frase è quasi un controsenso: un bambino viene sgridato per fargli capire un errore, ma se sente questa frase può credere che sia giusto che venga sgridato, quindi che lui sbaglia sempre.
Non giudicateci, ma fateci sfogare
Vorrei concludere con una considerazione sui ragazzi dagli 11 ai 16 anni: spesso possono essere nervosi e scortesi, ma bisogna ricordarsi che è un periodo di passaggio e di grossa insicurezza per loro e la cosa più giusta è metterli in condizione di parlare, farli sfogare senza criticarli in modo da accrescere la loro autostima e farli crescere sicuri e senza problemi.
“Come sei bella!” Il sostegno ha contenuti femminili, nella sicurezza che la madre ci può dare, sin dalla primissima infanzia, e poi nel periodo critico dell’adolescenza, di essere accettate per quello che siamo. E che non sia troppo preoccupata di sbagliare con noi, perché altrimenti avremo problemi a esprimere i nostri sentimenti, che possono essere anche di rabbia, di dolore, di rifiuto: se poi le nostre madri diventano delle pareti lisce, dove non ci sono imperfezioni, chiodi, neppure noi possiamo riconoscere la nostra parte debole e fallibile. Nadia Tarantini, Il risveglio del corpo