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Caro ex, mi hai rubato la giovinezza

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🙂 PARLA COL CUORE A SUO MARITO, CHE LE ROVINA LA VITA

Caro mio lui, o meglio, ex mio lui, quest’anno compirò cinquantatrè anni e mi sembra davvero impossibile, perché ho ancora in sospeso una giovinezza che mi è stata rubata. Tu sai bene che cosa è successo quando ci siamo messi insieme, mia madre e mio padre hanno cominciato a dare i numeri, perché, come ha detto mia madre molti anni dopo (l’unica cosa che ha riconosciuto), “non erano ancora pronti”. Io allora ero quello che si dice una brava ragazza, avevo appena superato l’esame di maturità scientifica e mi sono iscritta all’università; poi ci siamo messi insieme, tra l’altro ho dovuto essere io a dichiararmi, e questo, se solo avessi avuto un po’ di acume, avrebbero dovuto essere un indizio.

Invece no. Io ero veramente un’ingenua e sono convinta di esserlo ancora, perciò risulto solo un personaggio patetico. Comunque, dopo alcuni mesi, la situazione con mia madre si è deteriorata ancor di più e, quando ha saputo che io e te avevamo fatto l’amore, mi ha trattata come una poco di buono, vantandosi di essere arrivata vergine al matrimonio. Sai bene che un giorno il vaso è traboccato e io ho dovuto andarmene da quella casa. A tutt’oggi non ho incontrato ancora nessuno che abbia capito il mio dramma, forse non riesco a spiegarlo bene, ma ho la triste impressione che, per capire alcune cose, bisognerebbe viverle in prima persona. Quel momento della mia vita, comunque è stato determinante.

Qualcuno ha detto che sono stata sfortunata. Io penso che certi tipi di violenza, soprattutto se morale, soprattutto se così intima, siano difficilmente riconosciuti dalla maggior parte della gente. Io, la mia risposta l’ho dovuta trovare da sola, perché persino gli analisti sono presi dai loro fantasmi edipici, così non capiscono che una donna può mettere a morte la propria figlia, perché la sua stessa madre l’ha fatto con lei, ma mia madre, a differenza di me, non l’ha voluto riconoscere.

Perché ti dico tutto questo? Perché ora sei tu a negare le responsabilità del tuo comportamento nei miei confronti. Io ti ho solo fatto notare la tua eterna indifferenza per la mia sorte. Non sei mai stato capace di comprendermi. Ti ho detto che ti occupi sempre degli altri, ma di me no, come se io non esistessi. Se per te non valgo neppure la pena di una riflessione, perché allora non trovi il coraggio, per una volta, e proponi la separazione? Sei passato dall’indurmi in errore, perché eri “comunista”, ad agire come se io non avessi bisogno di un lavoro, un futuro, una possibilità di esistere. Certo hai sbagliato anche tu, ma tu avevi il padre che ti riservava un lavoro da laureato, mentre io mi sono ritrovata a svolgere lavori modesti , in cui sono stata sistematicamente umiliata. Ti ho persino sentito difendere persone che mi avevano fatto del male, hai dato lavoro a chi si era reso complice dell’intestazione di un bene che sarebbe spettato a me.

Nel frattempo era nato nostro figlio, ed è stato solo in seguito a questo, visto che non avevamo sicurezze economiche, che sei riuscito a farti valere con tuo padre. Sei sempre stato bravo a negare anche l’evidenza d ora attribuisci meriti ad altri invece di riconoscere quello che sono stata io a cambiare, pagando di persona. Voglio solo dirti che mi hai veramente delusa e che sei proprio bravo a mescolare le carte e ad apparire come una persona affidabile e disponibile, anche comprensiva verso l’amico che si fa prestare soldi da te. Ebbene, fai pure il democratico, ma ti voglio dire una cosa: per me l’unica cosa che dà dignità agli esseri umani è la verità e chi non la vuole riconoscere è perché non ne ha il coraggio. Se non fosse per mio figlio, che purtroppo prende spesso brutti esempi da te, me ne sarei già andata.

Un’ultima cosa, la tua logica fa acqua: dici di aver sbagliato anche per te stesso, certo, ma hai coinvolto me nel sacrificio per la tua ideologia: perché ti rifiuti di ammettere le tue responsabilità? Se un kamikaze si fa saltare in aria, uccidendo sé ed altri, non è forse responsabile della morte altrui oltre che della propria? A me sembra comunque che tu ne sia uscito bene, a differenza di me. Ti ho chiesto solo di essere onesto, ma evidentemente per te è impossibile.

E tutto questo continua a rovinarmi l’esistenza.

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Pubblicato il Lettera aperta