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LA “FESTA DELLA DONNA” È OGNI GIORNO

Come nasce la celebrazione dell’8 marzo? Si è detto che in quella data, nel 1908, nella fabbrica Cotton di New York le operaie che scioperavano per le disumane condizioni di lavoro furono imprigionate; un incendio ne avrebbe uccise 129. In realtà, l’incendio fu probabilmente quello del 25 marzo 1911, nella fabbrica di camicie Triangle Shirtwaist Company, e di operaie ne morirono 123.
In ogni caso, dal 1908 le donne iniziarono in tutto il mondo a riunirsi e a protestare per ottenere migliori condizioni di lavoro e il diritto al voto. E l’8 marzo 1917, a San Pietroburgo, scesero in piazza per rivendicare la fine della guerra. Nel 1945, l’8 marzo divenne la data simbolo della giornata della donna, e nel 1977 l’ONU stabilì che l’8 marzo fosse la Giornata delle Nazioni Unite per i diritti delle donne e la pace internazionale.
Contenuti
Donne che hanno fatto la Storia. In silenzio
Cristina Trivulzio di Belgiojoso (1808-1871)
Tra le tante “donne invisibili” che hanno fatto l’Italia, ma che non figurano nei libri di Storia, c’è anche Cristina Trivulzio di Belgioioso, nobildonna milanese, patriota, giornalista e pioniera dell’emancipazione femminile. Spirito libero e anticonformista, sfidò le convenzioni del suo tempo scegliendo l’esilio pur di non piegarsi al dominio austriaco. Finanziò giornali rivoluzionari, organizzò ospedali durante la Repubblica Romana del 1849 e guidò un battaglione di volontari per le Cinque Giornate di Milano. Fu anche tra le prime donne a fondare scuole e asili per i più poveri, ispirandosi al socialismo umanitario.
Gisella Floreanini (1906-1993)
Durante i 40 giorni della Repubblica dell’Ossola (settembre-ottobre 1944), Gisella Floreanini fu la prima donna in Italia, tra le protagoniste della Resistenza, a ricoprire un incarico governativo. Nominata Commissaria all’Assistenza e ai Rapporti con le organizzazioni popolari, si occupò della gestione degli aiuti sociali, della tutela dei più fragili e del coordinamento con i Gruppi di Difesa della Donna. Il suo ruolo fu rivoluzionario: in un’Italia in cui le donne non avevano ancora raggiunto il diritto di voto, Gisella dimostrò che era possibile guidare con competenza e visione.
Ondina Peteani (1925-2003)
Anche se non molti la conoscono, Ondina Peteani ha fatto la Storia, come prima staffetta partigiana della Resistenza d’Italia, poi deportata ad Auschwitz. A soli 18 anni, la giovane operaia triestina scelse di sfidare il regime fascista unendosi alla Brigata Proletaria. Arrestata più volte mentre attraversava territori occupati per portare messaggi e viveri ai combattenti, riuscì a fuggire finché, nel 1944, fu catturata e deportata ad Auschwitz. Sopravvisse al lager, sabotò la produzione bellica tedesca e infine riuscì a tornare a casa, percorrendo a piedi oltre 1.300 chilometri.

IL LIBRO | 8 marzo
Mirco Volpedo, 8 Marzo, Erga Edizioni, 2005, pp. 32, € 5. Un libro che, basandosi su documenti storici, risponde a due domande: perché si è scelta la data dell’8 marzo per la Giornata Internazionale della Donna, e perché se ne sa così poco?
Perché la Festa della donna sia ogni giorno
- Ama te stessa. Apprezzarsi, volersi bene, valorizzare le proprie capacità è il primo passo perché lo facciano anche gli altri nei tuoi confronti.
- Fatti rispettare. Se rispetti gli altri, pretendi da loro lo stesso, a costo di fare valere i tuoi diritti rivolgendoti a chi lavora per tutelarti (centri antiviolenza, antimobbing ecc.)
- Pensa a te stessa. Se desideri intraprendere qualcosa che ti fa star bene, fallo, anche da sola. Non aspettare che la tua realizzazione dipenda dagli altri.
- Meglio sola. Se chi ti sta vicino (le amicizie, il partner, la famiglia) non contribuisce al tuo benessere e alla tua realizzazione personale, ma anzi ti fa gravemente del male, allontanati. Troverai di certo qualcun altro che possa rispondere meglio ai tuoi bisogni.
- Mobbing, no grazie. Se al lavoro il Capo e/o i colleghi ti rendono la vita impossibile, non cambiare lavoro. Usa invece le armi che hai a tua disposizione: i Centri Antimobbing della tua città, i Sindacati, i Medici e i Consulenti del lavoro.

IL LIBRO | La fine del maschio
Hanna Rosin, La fine del maschio e l’ascesa delle donne, Cavallo di Ferro, pp. 300, € 15.90. Nato come reportage per il magazine “The Atlantic” e pubblicato negli Stati Uniti con il titolo di The End of Men (and The Rise of Women), questo volume è diventato in breve un caso editoriale. Perché, dati alla mano, dimostra che l’era del testosterone è finita: la donna ha assunto un nuovo ruolo all’interno della società contemporanea, e non è certo un ruolo di secondo piano.