USARE I MARKETPLACE PER VENDERE ONLINE

Amazon, eBay, Yoox, Zalando, e tanti altri marketplace, hanno facilitato la vita di noi compratori e dato vita a un nuovo modi di vivere l’esperienza di acquisto. Ma possono cambiare in meglio anche la vita di chi, attraverso i colossi dell’e-commerce, vende i suoi beni e servizi, magari di nicchia, a un mercato potenziale (o reale) di milioni di utenti. Cosa aspetti a saperne di più sui marketplace? Magari, un domani, sarai un seller digitale anche tu.
Le informazioni in questo articolo sono tratte dal webinar di Marco Sepulcri di eBay su Life Learning: “Come utilizzare i marketplace per ottimizzare le vendite online”
Cos’è un marketplace?
Un marketplace è un sito internet per la compravendita di beni e di servizi, un supermercato digitale che – con la sua fama e affidabilità – conferisce una sorta di ‘bollino di qualità’ ai prodotti che il consumatore può acquistare.
Un marketplace è verticale quando si occupa solo di una tipologia di prodotti; è orizzontale quando vende diverse categorie di prodotti (es.: Amazon, eBay), permettendo dunque non solo acquisti programmati, ma anche acquisti ‘emozionali’ per prodotti che non si aveva inizialmente intenzione di acquistare.
Pro e contro dei marketplace
Vendere attraverso un marketplace ha indubbi vantaggi: i brand importanti generano fiducia nell’utente; gli acquisti sono tutelati da una serie di norme a favore del compratore; i prodotti hanno enorme visibilità (anche milioni di utenti) rispetto a quella che potrebbero avere sui siti proprietari; il marketplace offre soluzioni logistiche pratiche e diversificate; è facile ottenere un feedback attraverso le recensioni; la piattaforma è basata sulla facilità d’uso.
Fare e-commerce da un marketplace ha però anche svantaggi: l’elevata concorrenza (nel mondo ci sono ben 57 grandi marketplace); la spietata lotta sul prezzo, fattore che contribuisce molto al posizionamento delle schede dei prodotti; l’anonimato del venditore: il compratore acquista perché si fida del marketplace, ma non può conoscere il venditore che realmente gli fornisce il bene o servizio.
Molti canali, molte potenzialità
Per aumentare il proprio bacino di potenziali utenti, oggi si usa l’omnicanalità, che consiste nel vendere prodotti su vari canali in contemporanea. Già solo in Europa, i marketplace sono una ventina, dalla A di Allegro (in Polonia, con 15 milioni di clienti), alla Z di Zalando (in Germania, con 22 milioni di compratori). In USA nomi notissimi sono eBay (con 182 milioni di clienti nel mondo), Etsy, Walmart, Wish; in Asia, Alibaba. Anche Africa, Sudamerica e Oceania contano importanti marketplace.
Se si opta per l’omnichannel, è fondamentale offrire all’utente un’esperienza di acquisto omogenea e coerente, soprattutto nel prezzo: proporre lo stesso articolo a tariffe diverse fa perdere affidabilità al venditore. Che è, comunque, aiutato a gestire i suoi molti marketplace da software gestionali di sincronizzazione (Magento, Prestashop e altri).
Il successo? È possibile, ma ci vuole impegno
Un marketplace può diventare anche una piattaforma di lancio per il successo. Se ritiene che stia svolgendo molto bene il suo lavoro, lo staff del marketplace può contattare spontaneamente il seller, per proporgli accordi commerciali. E, comunque, ogni marketplace cerca di aumentare le vendite di alcuni prodotti di punta con strategie di visibilità: eBay, ad esempio, usa il team Imperdibili, che colloca più in alto nella pagina i prodotti che considera più interessanti (le tematiche che hanno maggiori possibilità di attrarre i compratori sono salute, relazioni, ricchezza).
Non si pensi, tuttavia, a facili guadagni con poco sforzo. Lavorare in un marketplace non è semplice come sembra: gli standard di vendita sono molto severi e, in media, occorrono circa 4 ore di intenso lavoro tutti i giorni, se non molte di più. I guadagni derivano dalle vendite, al netto dei costi di spedizioni, resi, commissioni dovute al marketplace (che si calcolano dopo aver sottratto i resi alle vendite). I clienti sono spesso insistenti e pronti alle richieste più bizzarre; è scoraggiata la pratica del dropshipping, che viene penalizzata.
Attirare clienti, e motori di ricerca
Come catturare l’attenzione dei clienti? Oggi le figure più richieste sono i copywriter, i creativi, chi è in grado di rendere indimenticabile la user experience con descrizioni accattivanti, che attirino e facciano rimanere sulla pagina. Molti marketplace hanno i loro programmi cashback: eBay Extra, Buy On… Importante anche l’uso delle parole chiave: molti portali si affidano a Jungle Scout, che tra i suoi servizi a pagamento offre un servizio di keyword strategy, Keyword Scout.
Le pagine che, invece, catturano l’attenzione dei motori di ricerca sono quelle le cui schede prodotto contengono molte immagini – e di buona qualità; e un titolo di pagina il più lungo possibile.