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Da una bimba mai nata a mia figlia

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LA STORIA DI MAMMA DANIELA 🙂

Avrei voluto farla vivere, ma…

Ogni volta che mi chiedevano cosa pensassi dell’aborto, rispondevo che ero assolutamente contraria: mai, in nessun caso, per nessun motivo, si può decidere della vita di qualcun’altro.

Il 2 novembre del 2005 ho interrotto (in termini medici si dice “interruzione volontaria di gravidanza”: IVG) la mia seconda gravidanza, alla 22esima settimana. Avevano infatti diagnosticato alla mia bambina una agenesia renale bilaterale: in pratica, non aveva nessuno dei due reni né alcun tessuto renale. Non avremmo potuto tentare neanche un trapianto.

Non è importante raccontarvi che la cosa più brutta è stata la crudeltà del medico che me lo ha diagnosticato e comunicato. Quello che è importante, invece, è che avevo deciso di non interrompere la gravidanza comunque. Sapevo, o meglio speravo, di potermi dedicare per tutta la vita alla mia bambina, che avrebbe avuto dei problemi anche seri. Non era così. Un medico molto più umano abbassò la testa e mi disse che la malformazione della mia bambina era incompatibile con la vita: sarebbe morta alla nascita per una crisi respiratoria, o più probabilmente durante il travaglio.

La cosa che più spesso faccio è baciarle quel ditino

Ho partorito il 2 novembre la mia bambina, che ho visto e accarezzato. Quella bimba aveva delle mani bellissime con il mignolino un pochino curvo, un viso dolcissimo che lei stessa si teneva con la manina. Ho battezzato la mia bambina con il nome di Sofia Maria. A marzo dello stesso anno, mese in cui sarebbe dovuta nascere Sofia, ho concepito, anzi ri-concepito, una bambina, che è nata nello stesso mese di novembre in cui Sofia è risalita in Cielo.

Sin dall’inizio sapevo che sarei rimasta incinta proprio a marzo, e senza ecografie sapevo che era una bimba: non era una speranza, ma una certezza. Aspettavo solo di poterla riavere in braccio. La prima cosa che ho fatto quando è nata è stata guardarle le mani… Le stesse, lo stesso mignolo un pochino curvo. A novembre Sofia Maria è rinata. È a casa, e la cosa che più spesso faccio è baciarle quel ditino.

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Pubblicato il Maternità