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Da impiegato a ‘magazziniere’

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DARIO 🙂 IN AZIENDA È VALORIZZATO. E POI DEMANSIONATO

Da un capo all’altro

Mi trasferisco in una ridente (quanti luoghi comuni…) regione del Nord Italia qualche anno fa, per lavorare in un’azienda molto nota nel suo settore. La mia competenza: acquisitore, con la responsabilità di progetti importanti.

Riesco a crescere professionalmente nonostante un capo logorroico, poco professionale e decisamente non all’altezza del suo compito. Ma, dopo un anno e mezzo, viene rimosso dal suo incarico e sostituito da un responsabile che mi inizia a valorizzare davvero. A questo punto iniziano le gelosie.

Capace, onesto, infatti non dura

Il nuovo responsabile mi affida compiti così importanti che mi guadagno i complimenti ufficiali di un grande cliente dell’azienda. Per stessa ammissione dei capi, i miei risultati sono “impressionanti”. Il Capo inizia in seguito ad attuare una serie di miglioramenti nell’ufficio, a cominciare dal sostituire fornitori non capaci e costosissimi: crede molto in me e mi spinge a occuparmi proprio di questo.
Tutto sembra andare per il meglio… Finché il responsabile non diventa ‘scomodo’ e lo costringono ad andarsene.

Io non posso essere toccato: non sono dirigente e non si può far molto. Così, mi prospettano una crescita professionale in un nuovo ufficio: messo per iscritto, sembra interessante. Invece è un demansionamento mascherato.

Ero il migliore, ora sono un fondo (di magazzino)

Confinato al fondo di un magazzino, chiedo consulenza ai sindacati. Nulla da fare: appena cito il nome della mia azienda, tutti battono in ritirata.
Mi viene tolto tutto: responsabilità, dignità, salute. Subisco umiliazioni e vessazioni continue; le persone non mi salutano più e quando lo fanno è per deridermi. Cerco lavoro altrove, ma è un momento difficile.
Addirittura i colleghi, di cui avrei dovuto essere il capo, mi si ritorcono contro e mi accusano di non svolgere il mio lavoro. In più, il capo del personale mi chiede di andarmene quasi ogni settimana, facendomi anche offerte economiche.
Così, cado in una depressione acuta che mi mette in crisi anche con la mia compagna, con il risultato che continuo a stare male.

Purtroppo, mentre scrivo, l’odissea non è finita.

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Pubblicato il Lavoro