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Subisco una vita che non amo

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UNA DONNA SPOSATA 🙂 VORREBBE CAMBIARE LA SUA VITA

Ho bisogno di aiuto, ma non so come e a chi chiederlo. Vorrei divorziare ma non posso permettermelo, non ho né genitori né suoceri, ho due figli con problemi di salute e io stessa ne ho, ma non posso comprare neanche gli occhiali. Dalla nascita subisco una vita che non mi piace e che non riesco a migliorare. Io e i miei figli (di 16 e 6 anni) stiamo rinunciando anche all’essenziale. Mio figlio più grande non approva il padre solo quando non riesce a ottenere attenzione da lui, ma verso di me mostra sempre indifferenza, mancanza di rispetto, insofferenza; i miei figli non mi danno ragione se non quando fa comodo a loro. Così sto vivendo una vita di discussioni senza ottenere nulla, se non disprezzo, odio, dispetti, mancanza di rispetto quasi da tutti, e tra i conoscenti – amici veri non ne ho – gira voce che sia tutta colpa mia (persino la malattia dei miei figli). Quelle rare volte che esco di casa cerco di andare dove non ci conoscono. Mio marito, che ha otto anni più di me, non si rende conto che con i suoi comportamenti ci sta rovinando la vita; lo fa con l’indifferenza nei miei confronti, ostentata anche davanti ai figli; non mi ascolta, non vuole essere coinvolto, nega l’evidenza, mi fa passare da stupida. Vorrei una famiglia diversa.

Cinzia Ricci, attivista, risponde

La sua disperazione ̬ perfettamente chiara. Lei si trova nella stessa condizione vissuta da moltissime, troppe donne Рcostrette a subire ricatti, violenze fisiche e psichiche, vessazioni dal marito e dai figli, impossibilitate ad andarsene, a cambiare vita per mancanza di indipendenza economica e di una rete familiare/ sociale di protezione.
Come venirne fuori? Non so da dove scrive, ma suppongo che nella Sua provincia vi siano uffici preposti a offrire assistenza sociale. Ha provato a rivolgersi a loro? Sono consapevole di quanto sia difficile ed umiliante chiedere aiuto, e so per esperienza personale che non è raro imbattersi in operatori frettolosi o, peggio, sprezzanti, ma questo è in ogni caso il primo passo che deve compiere per trovare una soluzione ai suoi problemi. Ha avviato le procedure per il riconoscimento dell’invalidità sua e dei suoi figli? Ciò non porterebbe soldi, ma favorirebbe l’interessamento dei servizi sociali (per l’assegnazione delle case popolari, l’erogazione di contributi economici, l’ospitalità in case famiglia, ecc.) e l’inserimento nel mondo del lavoro (negozi, ditte e aziende hanno l’obbligo di assumere in percentuali variabili personale appartenente alle categorie protette). Non ne sottovaluterei i vantaggi.

Un’ultima cosa: non cada nella trappola di sentirsi responsabile, in colpa. In una coppia, nel fallimento di una famiglia, le responsabilità e le colpe sono sempre equamente suddivise. E non dia ascolto alle chiacchiere della gente, non se ne preoccupi: le persone, spesso, aprono bocca solo per superficialità. Concentri tutte le sue energie nel cercare di rendersi indipendente – non abbia paura di chiedere, ma lo faccia attraverso gli enti preposti che sono gli unici ad avere i mezzi e le professionalità giuste per darle aiuto. Raccolga le forze, prenda coraggio, abbia cura di se stessa, del suo aspetto, della sua salute fisica e mentale. Vada a testa alta. Non ha niente di cui vergognarsi e nulla da farsi perdonare. Ha diritto ad essere rispettata, chi non è capace di farlo adesso, imparerà, altrimenti… Ognuno per la sua strada, senza rimpianti.

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Pubblicato il Matrimonio