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La parità parte da un volantino

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DISPARITÀ DI GENERE? CHIARA 🙂 CAMBIA LE COSE

Per vendere case, ci vogliono persone

La ricevevo ogni mese, finora senza badarle un granché. La sfogliavo distrattamente, più per la curiosità di sapere come cambia il mondo – il valore delle case è un indice di come stiano andando le cose – che per interesse personale: la casa, per fortuna, ce l’ho. E poi, un giorno, una copertina divertente, con un giovanotto che ha attratto la mia attenzione perché, in bermuda rosa sotto e in completo da ufficio sopra, mostrava virtualmente case dal salotto di casa sua.
Avevo come sempre tra le mani la rivista pubblicitaria di una nota società immobiliare, ma, per la prima volta, non guardavo le abitazioni. Incuriosita dalla trovata, che alludeva in chiave positiva alla pandemia, giravo le pagine del piccolo magazine per scoprire le persone.

Sì, perché, giustamente, chi vende case ha capito che mostrare persone, e non soltanto annunci di edifici, box, negozi e terreni paga, è il caso di dire, di più: ci si può immedesimare e sognare a occhi aperti (in molti casi, le riviste immobiliari si leggono proprio per questo: per immaginarsi per qualche minuto in altri contesti abitativi e di vita), e dal sogno al desiderio, lo cantava anche Cenerentola, il passo è breve. Per vendere case, però, la nota società immobiliare aveva scelto di farsi rappresentare esclusivamente dal sesso maschile. A intervallare le proposte di acquisto o di affitto, c’erano la pagina del creativo di mezza età, quella dello studente atletico, quella del professionista free lance… Tutte le fotografie scelte per il numero di gennaio della rivista raffiguravano modelli maschili. Donne nessuna, fino alla doppia pagina finale, in cui comparivano invece in discreto numero, impegnate però in ruoli ben poco soddisfacenti.

Donne gioiose e giocose. L’uomo, lui sì che è bravo!

Lei di spalle, mentre salta in braccio a un uomo, forse per la gioia che lui le abbia comprato la casa. Lei che scherza con due pomodorini sugli occhi. Lei che ammira passivamente il suo lui, così abile da reggere con una mano la bambina mentre con l’altra manovra il notebook. Lei pancia nuda e incinta in primo piano. Lei che balla e mangia festosamente. Lei che canta e suona, in piedi sul divano. Lei seduta con il marito, a guardare la bimba e il cane. Lei bambina, spupazzata dal papà. Lei che gioca a spingere un carretto di bimbi, guidato da un maschietto che si fa portare a spasso dalle femminucce. A me, non so a voi, tutto questo non è sembrato giusto.

Non mi è sembrato giusto che su 4 fotografie di persone 4 siano di uomini, e non soltanto 2. Non mi è sembrato giusto che, nella rappresentazione casalinga delle nuove famiglie, quella arcobaleno sia formata da lui + lui, ma manchi quella lei + lei. Non mi è sembrato giusto che le donne, che da sempre lavorano ininterrottamente in casa e fuori, siano ritratte solo mentre si divertono o si riposano. Non mi è sembrato giusto che una donna che lavora, che guadagna e che può permettersi di comprare o affittare una casa debba affidarsi a chi pensa che solo gli uomini muovano il mondo. E ho scritto alla nota società immobiliare.

Et voilà, ripristinata la parità

Non mi ha risposto, questo l’avevo messo in conto. Ma, sfogliando i successivi numeri della rivista-volantino, noto ogni mese, già da un po’, che sulle sue pagine vige una perfetta parità. Ora, facce sorridenti di uomini moderni si alternano a quelle di ragazze, donne, adolescenti; e sono comparsi gli animali. Forse perché ho fatto notare alla società immobiliare che le case, sarà la tradizione, quasi sempre le comprano le donne; e che le attività commerciali, sarà per motivi fiscali, molto spesso sono intestate a donne; o forse perché ho sottolineato che il marketing si basa sul linguaggio subliminale, per cui dire al subconscio dei lettori che, come acquirenti, contano solo gli uomini non sarebbe stato produttivo. Non mi importa se la nota società immobiliare abbia rimediato solo per motivi commerciali, o per un sincero interesse verso la parità di genere. So solo che ora, sfogliando il volantino, mi concentro sulle case, e non più sulle ingiustizie.

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Pubblicato il Diritti