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Mobbing | Guida

COS’E IL MOBBING E COME AFFRONTARLO

Mobbing

Il termine “mobbing” – dall’inglese “to mob”: attaccare, accerchiare, aggredire – si riferisce a tutti i comportamenti intenzionali (atti, parole, gesti e scritti) che, sul posto di lavoro, arrecano offesa alla dignità e/o all’integrità fisica e psichica di un impiegato in maniera vessatoria e persecutoria. Se questi atti sono perpetrati da un superiore, si parla di bossing. In Norvegia e in Giappone, il mobbing viene chiamato bullying, con un chiaro riferimento al bullismo.

Chi è maggiormente esposto al mobbing?

Chi occupa una posizione di lavoro temporanea o precaria è il soggetto ‘ideale’ per il mobbing: è maggiormente ricattabile (lo si può minacciare di licenziamento o trasferimento) e difficilmente si ribellerà, per non accentuare la sua posizione già instabile. Anche chi ha un impiego a tempo parziale (part-time) è più facilmente vittima di mobbing, in quanto trascorre meno tempo degli altri sul luogo di lavoro e questo viene sfruttato a suo svantaggio.

A essere presi di mira sono, comunque, soprattutto i lavoratori più coscienziosi e più dotati: chi lavora meglio, è lodato dai Capi e ha maggiori potenzialità è spesso invidiato dai colleghi, che cercano di creare un fronte compatto per metterlo in minoranza e in difficoltà con i superiori.

I NUMERI DEL MOBBING
12.000.000: il numero (minimo) di lavoratori che si ritengono mobbizzati in Europa.
1.500.000: il numero (minimo) di lavoratori che si ritengono mobbizzati in Italia.
6,6%: la percentuale di lavoratori che si sentono oggetto di mobbing.
2.500: le persone che ogni anno si rivolgono allo Sportello Antimobbing della Cgil.
800: i casi reali di mobbing riconosciuti dalla Cgil ogni anno. (dati: Cgil)

Come si manifesta il mobbing?

Non sempre chi è vittima di mobbing ne prende immediatamente coscienza. All’inizio, può attribuirsi la colpa delle vessazioni che riceve, o non accorgersene, o sottovalutarle. Si può parlare di mobbing in presenza di uno o più dei seguenti episodi:

  • Si riceve spesso l’ordine di eseguire lavori ‘impossibili’ (lunghi e difficili) in tempi troppo ristretti
  • Si viene controllati nelle telefonate e nei propri spostamenti in ufficio, anche verso il bagno
  • Si viene spostati dalla propria postazione in un corridoio o in una stanza non attrezzata
  • Si ricevono più visite fiscali di controllo in un giorno, o in più giorni, quando si è in malattia
  • Si viene costretti a prendere le ferie in un periodo non conveniente (ad es. in inverno
  • Si resta all’oscuro delle decisioni aziendali e dei fatti importanti di interesse comune
  • Si è oggetto di sabotaggi al proprio lavoro, violazioni di documenti e file.

Cosa prevede la legislazione?

Non esiste ancora una reale tutela dal reato di mobbing. Si può fare riferimento alla Costituzione italiana, ai quattro Codici e al D.lgs. del 9 luglio 2003 n° 216 “Attuazione della direttiva 2000/78/CE per la parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro”.

Negli ultimi anni, comunque, numerose sentenze della Corte di Cassazione Civile e Penale hanno riguardato casi di mobbing. Un elenco in PDF di sentenze della Cassazione sul mobbing ci è stato fornito dall’Avvocato Simonetta Delle Donne; il DPL Modena pubblica inoltre un elenco delle sentenze più importanti sul mobbing dal 2001, riassumendone il contenuto.